Parco dell'Alta Val Borbera

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Parco dell'Alta Val Borbera: what's to know

Il territorio del nuovo Parco e Area contigua dell'Alta Val Borbera è parzialmente compreso nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) denominata "Massiccio dell'Antola, monte Carmo, monte Legnà": sono tutte ZSC istituite per la salvaguardardia della biodiversità in Europa. La ZSC dell'Alta Val Borbera si trova a un'altitudine compresa tra 600 e 1.669 metri, in cui Il paesaggio è quello tipico di valli appenniniche  qui caratterizzate da crinali a forme arrotondate.
Il Sito è l'unico esempio in Piemonte di ambiente silvo-pastorale di tipo mediterraneo montano che permette la compresenza di vegetazione a inclinazione mediterranea in mosaico con quella microterma che vive a basse temperature.
Un esteso e continuo manto boschivo occupa più di tre quarti della superficie. La vegetazione forestale si compone in prevalenza di faggete, localizzate alle quote più elevate dei versanti, quindi di castagneti, ostrieti, cerrete e querceti di roverella. Praterie e prato-pascoli risultano frammentati in aree di limitata estensione dove è ancora attiva la pastorizia: se l'attività pastorale e di allevamento è notevolmente ridotta rispetto al passato, l'abbandono dell'agricoltura è da considerare pressoché completo. Tra gli ambienti naturali il più importante è rappresentato dalle praterie xeriche a Bromus erectus, habitat prioritario poiché ospita un ricco popolamento di orchidee. Tra gli habitat vi sono le brughiere, i megaforbieti, i castagneti e le faggete eutrofiche che risultano essere l'ambiente più esteso.
Per quanto riguarda la flora è interessante, alle quote più elevate, la presenza di specie alpine relitte mentre la fauna si contraddistingue per la presenza di specie rare e localizzate. E' una presenza stabile, da almeno vent'anni, il lupo Canis lupus. Più recenti, ma altrettanto interessanti, le segnalazioni dell'istrice,  di numerose specie di pipistrelli e per gli anfibi sono presenti alcune specie di interesse comunitario come: la salamandrina dagli occhiali, la rana italica, la cui presenza in Piemonte è documentata solo in questa ristretta area dell'Appennino alessandrino; il geotritone di Strinati che è altrettanto raro ma presente anche in alcune zone delle Alpi Marittime.
Tra i rettili sono presenti altre specie rare: la natrice tessellata, il colubro liscio, il saettone. L'avifauna conta quattro specie inserite in Direttiva Uccelli: l'averla minore, il succiacaprel'ortolano e la tottavilla, tutte nidificanti.

I confini del nuovo Parco e Area contigua dell'Alta Val Borbera, che comprendono più di 5mila ettari di territorio, coincidono con i confini del Comune di Carrega Ligure, un grazioso borgo montano, tipico dell'Appennino piemontese. Non molto tempo fa, ancora nei primi anni del '900, il piccolo paese contava più di 2mila abitanti, suddivisi in una ventina di piccole frazioni che a fatica si riesce ancora a scorgere nel fitto dei boschi: la maggior parte di queste piccole frazioni sono oggi quasi del tutto spopolate o, come nel caso di Reneuzzi e Casoni, ormai abbandonate. Emarginata e dimenticata, la Val Borbera conserva ancora ricordi storici e significative tracce del mondo contadino del passato. Gli oggetti esposti nei piccoli musei contadini e i numerosi mulini ricordano ancora i tempi in cui la cerealicoltura era praticata estesamente in quelli che oggi non sono altro che incolti.
Sul Monte Lesima si dice sia salito nientemeno che Annibale dopo la battaglia del Trebbia che vide la disfatta delle legioni romane. A testimoniare l'importanza che ebbe Carrega Ligure per il commercio e il controllo del territorio alle spalle di Genova, restano i ruderi del Castello del feudo imperiale dei Malaspina.

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