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La bibliografia parla per la prima volta di Breda de' Bugni nel 1338: "...da Giuseppe Bugni discese Pino, il quale avendo castello ed ampio possedimento in una braida suburbana, come rilevo da un rogito di Cabrino Fondulo de Millio del 1338, ad essa il proprio nome lasciò, che Breda de' Bugni tuttora si chiama, ed è posseduta della nobile famiglia de Trecchi.".
Nel 1452 il Castello passò nelle mani della famiglia Castiglioni, quella di Baldassarre, che lo vednette a partire dal 1486 Jacopo Trecchi. Da qui in poi, grazie alla famiglia Trecchi, inizierà, nel corso dei secoli, un crescente sviluppo dell'attività agricola.
Il palazzo era principalmente dedicato allo svolgimento delel funzioni pubbliche della nobilità mentre la villa serviva al controllo ed alla direzione del patrimonio e delle attività agricole, comprendendo in questo anche la gestione ed il commercio dei prodotti e delle acque.
Facendo un passo indietro, cercando di capire perchè la costruzione di un castello, con l'arrivo del medioeve, alcuni punti del territorio furono scelti con criteri militari per creare sicurezza a qualche valvassino, tributario verso il feudatario maggiore, ivi residente con funzioni governative, nei vari aspetti di giudice, di esattore, di defensor.
In tali località pertanto sono state erette ex-novo o sono state rafforzate preesistenti costruzioni rispondenti agli intenti delle nuove strutture amministrative. E' qusto forse il motivo in origine di un imponente edificio-fortilizio, munito di torrioni laterali, di ponte levatoio all'ingresso, di fossato perimetrale, ingentilito nella parte retrostante da un corpo longitudinale sorretto da un porticato rinascimentale a colonne: il castello residenziale di Breda de' Bugni.
L'intuizione della Chiappa Mauri secondo la quale l'incastellamento in area cremonese era finalizzato al controllo delle acque piuttosto che delle strade, sembra adattarsi perfettamente alla situazione di Breda de' Bugni e di Castelverde. Ma la diffusa presenza di tracce di organismi castellati, già rilevata in passto dei censimenti delle ville e dei castelli della provincia di Cremona, trova ora una possibile ipotesi. Le strutture che conservavano l'assetto degli antichi castelli, come ben documentato dalle tavole del catasto teresiano, sono state solitamente modificate, tranne Breda de' Bugni che ha conservato un'estetica castellata della sola parte più antica, anche se riferibile ad un'epoca posteriore a quella medioevale.
Probabilmente nella ocncezione originale il castello doveva essere a pianta quadrata con una torre a ciascuno dei quattro angoli, ma non portato a compimento per ragioni che a noi sfuggono, esso fu invece integrato all'aggiunta rinascimentale, e subì certamente trasformazioni ancora in epoca ottocentesca. La parte più antica è nelle sue linee architettoniche la più rispettoata, anche se il ponte levatoio è scomparso, la postierla murata e le finestre del piano terreno ridotte. Pure tutte le finestre centinate del piano nobile sono rimaste pressocchè intatte, e l'intero loro stipite è magnificamente decorato con terre cotte in basso rilievo che richiamano temi e perizia di terracottai. I temi sono candelabre, ossia composizioni ornamentali a rilievo che richiama no la forma di candelabri stilizzati affiancate da cornucopie, ossia vasi a forma di corno coronato d'erbe, di fiori, riempito di frutta e simbolo d'abbondanza, elegantemente distribuite. Troviamo queste decorazione, praticamente uguali nel palazzo Trecchi della città di Cremona. Le finestre del piano terreno conservano parziale cordonatura rettangolare di ovuli e fogliette, ossia una decorazione a rilievo simile a una cordicella.
La sua importanza storica, che purtroppo non si riesce per ora a ricostruire con documenti della tradizione scritta, pare doversi almeno dedurre dal fatto che nel passato Breda de' Bugni sia stato Comune con inclusione di Castagnino Secco e non viceversa, com'è oggi. Castagnino Secco è stato poi denominato "Castelverde" per il dettato del R.D. 10 luglio 1968 n. 4486.
L'edificio residenziale vero e proprio sorge sul lato occidentale dell'ampia corte rurale, come dimostrato posteriore, con ingresso a sud. Ne sc aturisce una situazione soltanto in apparenza incoerente: è infatti verso la corte, cioè un ambiente già protetto, che l'edificio in qustione possiede un aspetto propriamente fortificato, che invece gli difetta sugli altri lati; dove peraltro forse esso non venne ultimato. La costruzione che si vede ora non è più castellana, anche se alcuni elementi formali appartengono probabilmente all'edificio munito del Tre-Quattrocento: torri, attacchi del ponte levatoio ecc.
L'edificio consiste di un unico corpo principale linerare, con torri all'estremità, dalle merlature inglobate nella muratura, secondo il modulo fancelliano; si ha un massimo di compattezza verso il lato d'accesso dalla strada, secondo le associaizoni di elementi usuali delel costruzioni munite più o meno rispondenti alla tipologia del castello-cascina della bassa lombarda; accesso centrale sottolineato intensamente dalle feritoie delel catene dei punte, poche aperture e ridotte rispetto alla stesura del paramento murario di mattoni, alte su una scarpa.
Su questo lato prospettano le altre costruzioni rustiche di età notevolemente più tarda che racchiudono un'aia di enormi dimensioni. Verso la campagna, al contrario l'edificio è completamente aperto con capitelli marmorei del colonnato del porticato rinascimentale, estremamente aereo, di proporzioni e di dettagli stilistici notevolmente più sofisticati del resto della costruzione.
La natura così diversa delel due parti della costruzione e l'avvenuta successione Bugni - Castiglioni - Trecchi aprono la via all'ipotesi che qualche grave fatto fosse accaduto ai Bugni in conseguenza forse di mutamenti politici, e già prima del passaggio di proprietà cessasse il completamento dell'edificio-castello sicchè i nuovi proprietari ne facessero un adattamento più civile con l'aggiungervi il corpo retrostante sorretto dal porticato.
L'organismo, oggi privo del fossato che lo circondava e che probabilmente era parte del nodo idraulico da presidiare in associazione alla viabilità che affiancava i canali di adduzione e di scolo, resta comunque interessante per capire il valore della rappresentanza del potere feudale o padronale, mostrato in ricche forme architettoniche.
Lo studio stratigrafico del prospetto nord, est e sud della villa padronale in Breda de' Bugni non presenta delle grosse incongruenze, ma sono visibile alcune sostituzioni e riparazioni. Il castello rispetta la successione cronologica costruttiva tranne in alcune parti, soprattutto sul fronte nord, dove si riscontrano interventi evidenti successivi alla costruzione.
Breda de' Bugni è un monumento di alto interesse dell'architettura medioevale e rinascimentale posto nella campagna a breve distanza dalla città, che inizia la sua rinascita come agriturismo.
da https://www.comune.castelverde.cr.it/it/page/il-castello-di-breda-de-bugni-l-evoluzione-storica
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