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Matteo Tafuri di Soleto: un personaggio tra storia e leggenda
La figura di Matteo Tafuri, filosofo, alchimista, astronomo e astrologo nato nel 1492 a Soleto, è avvolta nel mistero. La sua casa, nel centro storico della cittadina salentina, è un luogo che riecheggia la sua personalità enigmatica e le sue presunte attività magiche.
La casa di Matteo Tafuri è al centro di numerose leggende e storie popolari. Si racconta che l'alchimista fosse in grado di volare e di evocare spiriti. La leggenda più famosa riguarda la costruzione della Guglia di Raimondello, il campanile del Duomo di Soleto: si dice che Tafuri abbia costruito la guglia in una sola notte con l'aiuto di demoni.
La casa di Matteo Tafuri a Soleto
All’angolo di una delle stradine del centro storico di Soleto appare un'austera facciata cinquecentesca, impreziosita da un portale in pietra e da due semplici finestre con cornici. È la casa di Matteo Tafuri. Ma il vero gioiello si trova sopra l'ingresso: un'iscrizione enigmatica che cattura l'attenzione e invita a varcare la soglia.
Incise sull'architrave, le parole di Matteo Tafuri risuonano ancora oggi:
HUMILE SO ET HUMILTA' ME BASTA. DRAGON DIVENTARO' SE ALCUN ME TASTA.
Tafuri si descrive come un uomo umile, felice della sua semplicità. Ma guai a chi lo provoca: la sua natura mite può trasformarsi in quella di un drago, simbolo di potenza e furore. Un'allusione ironica, forse, alle sue presunte doti di alchimista e mago, ma anche un monito contro le ingiurie e le maldicenze che tormentavano la sua vita.
Matteo Tafuri: un intellettuale controverso
Quella del filosofo naturalista Matteo Tafuri è senza dubbio una figura di grande fascino e di grande importanza per la storia culturale del Salento.
Le sue idee erano spesso in contrasto con quelle della chiesa cattolica e proprio per questo fu accusato di eresia. Processato dall’Inquisizione, fu costretto a ritrattare alcune sue posizioni. Nonostante questo, Tafuri è considerato un importante esponente del pensiero rinascimentale. Le sue opere ebbero un'influenza su alcuni intellettuali del suo tempo, tra cui Giordano Bruno.
