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Sito archeologico del Castello di Garbagna: what's to know

Furono i potenti vescovi di Tortona a decidere di costruire il castello di Garbagna al fine di sorvegliare l'imbocco della val di Grue. Nel XIV secolo il castello viene occupato da Anichino di Baumgarten, soldato di ventura, prima al soldo del Marchese del Monferrato che, in seguito, tradisce per passare ai Visconti che, in premio, gli concedono il possesso del castello.
Anichino, nel 1375, vende il castello a Nicolò, della potente famiglia genovese dei Fieschi, conti Palatini e titolari di numerose cariche pubbliche a Genova, che in questo periodo consolidano un grande patrimonio nell'entroterra genovese che confluirà nei Feudi Imperiali.
Questi erano dei feudi di diretta nomina imperiale ma che sostanzialmente erano nella disponibilità di importanti famiglie legate soprattutto a Genova o al marchesato di Massa e Carrara.
Nel 1385, a seguito del matrimonio tra Isabella Fieschi e Luchino Visconti, Gian Galeazzo Visconti riesce a recuperare e sottopporre nuovamente il castello alla giurisdizione dei Vescovi tortonesi; in quel momento, infatti, Tortona è nuovamente in mano viscontea.
Dopo la morte del Duca di Milano, nel 1419, i Fieschi riprendono brevemente possesso del borgo. Filippo Maria Visconti risottopone nuovamente Garbagna all'autorità vescovile; quando muore, con il vuoto di potere che si crea alla nascita della Repubblica Ambrosiana, i Fieschi riottengono ancora una volta Garbagna.
Nel 1448, però, il nobile Giovanni Filippo Fieschi riconosceva ancora la sua dipendenza feudale da Francesco Sforza, nuovo signore di Milano, per il possesso di Garbagna.
Il legame fra Milano e i Fieschi si interrompe nuovamente nel 1470, quando il Duca di Milano concedeva l'investitura di Garbagna ad Alessio Albonese; nel 1479, il castello ritornava ancora in possesso dei Fieschi.
Fu allora che, sotto Gian Luigi "il Vecchio" (1441-1508) si consolidò definitivamente il patrimonio appenninico della nobile famiglia ligure. Gian Luigi inaugurò una politica anti-sforzesca e strappò a Milano i possedimenti in Liguria.
Nel 1495, Gian Luigi otteneva direttamente dall'imperatore Massimiliano I la definitiva conferma dei patrimoni della val di Grua, incluso il castello di Garbagna.
Ma la ruota dei Fieschi stava per girare. Il 20 dicembre 1545, Gian Luigi Fieschi concedeva gli Statuti. Nel 1547, però, cercò inutilmente di congiurare contro Andrea Doria che era al governo a Genova. Gian Luigi si era sposato con una Cybo, parente dei Malaspina che regnavano su Massa e Carrara: l'intenzione del Fieschi era creare uno stato che da Tigullio abbracciasse il parmense e la Lunigiana.
La congiura contro i Doria, però, che si concluse con l'assassinio del preferito di Andrea, Giannettino Doria, costò ai Fieschi la perdita dei loro fondi. Nel 1548, l'imperatore Carlo V, che sosteneva la Repubblica genovese, confisca lo stato dei Fieschi e concede ad Andrea Doria i feudi imperiali.
Nel 1575, l'imperatore Massimiliano II concede a Gian Andrea Doria una serie di privilegi giurisdizionali, quali il poter essere giudicato solo da un tribunale imperiale.
Nel 1797, con la discesa di Napoleone, Garbagna entra nella Repubblica di Genova. Nel 1815, il Congresso di Vienna stabilisce la fine della Repubblica e l'annessione di Garbagna al Regno di Sardegna.
Nel 1818, Garbagna viene separata dalla Liguria ed entra in un mandamento insieme ad Avolasca, Casasco e Dernice, che, dall'Unità d'Italia in poi, confluirà nella provincia di Alessandria.

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Via Castello
Garbagna