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Le Rocche dei Sette Fratelli

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Le Rocche dei Sette Fratelli: cosa c'è da sapere

Punto panoramico posizionato tra le vigne del Barbaresco e dal quale si osserva il "canyon" delle Langhe. Si tratta di una voragine nel terreno di quasi 9 ettari che si trova tra i comuni di Treiso, la frazione San Rocco Seno d'Elvio e Trezzo Tinella.

Le pareti che si possono osservare dal punto panoramico sono argillose, molto ripide e prive di alberi.

Il nome deriva da una leggenda che narra di Sette fratelli che furono puniti e inghiottiti da una voragine che si aprì sotto i loro piedi dopo aver inveito contro Dio e i Santi perché, affamati e stanchi dal duro lavoro nei campi, non volevano rispettare l'astinenza dal pranzo del venerdì.

Le Rocche furono teatro delle lotte per la liberazione italiana narrate da Beppe Fenoglio nelle pagine dei suoi romanzi e racconti.

 

Lettura consigliata

Tratto da Il Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio

 

Nella notte, dopo un tempo immisurato da quando si era steso sulla paglia accanto ad Ettore ucciso dal sonno, la padrona li svegliò e senza parlare, solo a strattoni e sibili, li condusse fuori, sotto il nerissimo cielo della prealba, poi, non contenta di quel punto, li condusse oltre il sentiero fino al bosco. E al margine del bosco parlò finalmente, disse che il norcino l’aveva svegliata apposta a quell’ora impossibile e l’aveva avvertita che i fascisti, una piccola squadra, erano irrotti all’una di notte in Treiso, avevano circondato un casotto isolato e ci avevano preso cinque partigiani addormentati. Il loro ospite era stato fucilato sull’aja, un partigiano, certo Geo, era stato ammazzato a metà strada dalla città in un tentativo di fuga, gli altri quattro portati in città per esser fucilati stasera. Tutto ciò a due chilometri in linea d’aria, loro addormentati e inconsci, poteva benissimo succedere a loro ed alla casa. - E sono stati certamente guidati dalle spie, - disse la padrona, - perché non si sono minimamente occupati del paese, ma hanno puntato dritto al casotto e hanno fatto l’affare in un minuto. E si dice che marciavano con le scarpe avvolte in stracci.

Tremava di terrore: - Viviamo tra le spie, le spie sono fra noi gente cristiana come tanti demòni. Ammazzatele, ragazzi, ammazzatele tutte, per amor di Dio! - Johnny non l’aveva mai vista in quello stato, quella vecchia incosciente e indomita. Volle che restassero nel bosco nascosti armati e all’erta; prima di allontanarsi disse: - Tu, Johnny, d’ora in avanti, non prender più la cagna uscendo, perché è conosciuta da tutti come la cagna di questa casa e… sarebbe una sciocchezza per le spie.

Poi, poco prima di mezzogiorno, confortata dall’assoluta vacuità del paesaggio e dall’allegra chiarità della luce, li richiamò con fischio a mangiare. I due la ripagarono con opere, Johnny raccogliendo e portando fascine dai ritani intorno ed Ettore attingendo al pozzo una sfilza di secchi d’acqua. Più avanti, nel pomeriggio governarono le bestie con le di lei istruzioni. La padrona diede loro la cena, poi essi ripartirono per un diverso dormitorio, dirigendo a colline più alte e selvagge, e la padrona, sapendo che avrebbero trovato miserabile accomodamento, imprestò loro una vecchia gualdrappa da bestiame, puzzolente di morchia e di urina. E nella notte gelata ed incredibilmente stellata, andarono in cerca di dormitorio, Ettore con la gualdrappa stretta intorno alla testa come una cuffia. E diceva: - Le spie. Esistono le spie. Non ci avete mai creduto, nemmeno nei romanzi e nel cine. Ma esistono. Vorrei scoprirne una e stà certo che qualunque morte le facessi fare non ne sarei soddisfatto. E tu sai che io non sono sanguinario, Johnny, Tu che ne dici, Johnny? M’hai seguito nel mio discorso? - L’aveva seguito, ma non aveva potuto rispondere, tutto posseduto dall’immaginazione di quello che avrebbe fatto a una spia.

 

Per altri suggestivi luoghi fenogliani: 

Pedalar per Langa con Beppe Fenoglio

Dove si trova Le Rocche dei Sette Fratelli