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Pedalando su e giù per queste colline patrimonio dell’Unesco, potrete assaporare la vera bellezza del Monferrato e della Langa Astigiana.
Attraverserete antichi borghi e percorrerete strade secondarie per toccare alcuni dei punti più alti della Provincia di Asti.
Concedetevi, a fine tour, un gustoso aperitivo a base di Spumante o Barbera delle nostre terre.
Cosa vedere a Canelli
La traccia parte in prossimità dell’Azienda Agricola Amerio Vincenzo – Ca’ del Nono.
Il percorso vi porterà nella piccola frazione di Sant’Antonio, piccola borgata immersa in una enorme distesa di vigneti. Dalla chiesetta di Sant’Antonio Abate si procede in direzione di Canelli, percorrendo una strada secondaria. Prima di iniziare la “discesa” potreste valutare una deviazione verso la famosa Torre dei Contini. La Torre, risalente al 1617, delimitava i confini del comune e fungeva da vedetta militare.
Da qui, è possibile avere una visuale a 360 gradi del paesaggio circostante, scorgendo il perfetto incontro tra le colline del Monferrato e quelle della Langa astigiana.
Proseguendo il percorso previsto arriverete nel centro storico di Canelli.
La cittadina di Canelli è un piccolo centro di una decina di migliaia di abitanti che sorge in prossimità del confine più a sud del Monferrato Astigiano, a pochi passi dalla provincia di Cuneo.
Canelli è storicamente divisa in due parti: “Il Borgo” e “Villanuova”. La prima, più a valle, è quella che con il trascorrere delle epoche ha continuato a espandersi mentre la seconda, la Canelli più antica, è adagiata sui pendii della collina ed è tuttora dominata dal suo castello, oggi Castello Gancia. Il Borgo e Villanuova sono collegati da uno degli elementi storici di Canelli: La Sternia.
Nella parte bassa della città, giù nel Borgo, da Piazza Amedeo D’Aosta si può imboccare Via Giovanni Battista Giuliani. Proseguendo su questa strada e svoltando poi in Via Gioacchino Rossini, vi troverete in Piazza San Tommaso. Qui incontrerete la Chiesa di San Tommaso sulla sinistra, da cui prende il nome la piazza, e più a destra la Chiesa dell’Annunziata. Tra i due edifici religiosi inizia la Sternia, una strada pedonale selciata il cui nome attuale è via Villanuova.
La Sternia si inerpica sul colle, attraversa la parte medievale della cittadina, raggiunge Piazza San Leonardo, sede dell’omonima chiesa e di quella di San Rocco (riconoscibile perchè completamente in mattoni). Da qui la strada prosegue in salita fino ad arrivare sulla cima, ai piedi di quello che oggi è Castello Gancia.
La traccia da Noi proposta vi darà la possibilità di percorrere in discesa questa parte antica della città.
Il Castello di Canelli fu protagonista di una storia piuttosto travagliata. Nato presumibilmente all’inizio dell’undicesimo secolo, in origine il Castello di Canelli aveva lo scopo di difendere le strade che da Asti portavano fino a Savona, fondamentali per i traffici mercantili.
Successivamente la fortezza è stata testimone di molte lotte e battaglie che ne hanno causato ripetute distruzioni e ricostruzioni, fino al 1929 quando il Castello venne acquistato dalla famiglia Gancia e trasformato in una grande dimora nobile. Ancora oggi il castello domina la cittadina dall’alto e mostra ai canellesi e ai visitatori il suo bell’aspetto di villa settecentesca.
Come abitazione privata della Famiglia Gancia il castello non è purtroppo visitabile, resta comunque doveroso almeno un passaggio per ammirarlo dall’esterno.
L’Asti Spumante è il simbolo di Canelli e con esso lo sono anche i luoghi dove il vino prende forma. Le Cattedrali Sotterranee si trovano nel Borgo e rappresentano, in un certo senso, la controparte sepolta della cittadina. Queste, sono state riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 2014.
Stiamo parlando di cantine antiche e incredibilmente grandi, dove i pregiati vini della zona vengono portati a riposare e dove sviluppano le loro peculiarità. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli fanno capo a quattro grandi storiche case vinicole: Bosca, Contratto, Gancia e Coppo. Seppur con modalità differenti, tutte le 4 aziende rendono visitabili al pubblico i propri tesori.
Partendo sempre da Piazza Amedeo D’Aosta si imbocca Via Giovanni Battista Giuliani: qui incontrerete le aziende Contratto e Bosca. Proseguendo poi in direzione di Corso Libertà si giunge alla porta della casa vinicola Gancia. La cantina Coppo invece la potete trovare in un’altra zona del Borgo, in via Alba.
Santo Stefano Belbo
Proseguendo lungo la traccia, attraverserete la parte più moderna e “industriale” di Canelli.
Una strada secondaria vi porterà fino all’abitato di Santo Stefano Belbo, facendovi arrivare nelle immediate vicinanze della casa natale di Cesare Pavese.
Il celebre scrittore Cesare Pavese, nato qui nel 1908 e morto a Torino nel 1950, dedicò molti dei suoi scritti autobiografici al suo paese di origine; il comune trasformò la sua casa natale in museo dedicato alle opere e alla gioventù dello stesso. Le spoglie di Pavese, rimaste al Cimitero monumentale di Torino nella tomba di famiglia dalla sua morte fino al 2002, furono traslate al cimitero del suo paese natale nello stesso anno.
Attraversando il centro storico del paese, la traccia si inerpica su una stretta strada collinare fino a raggiungere la Panchina Gigante di Santo Stefano Belbo dalla quale è possibile ammirare una splendida vista sulla città sottostante.
Proseguendo lungo la strada principale, la traccia vi porterà allo splendido Santuario dei Caffi.
Cassinasco e il Santuario dei Caffi
La tradizione racconta che la chiesa venne costruita in memoria del miracolo che vide protagonista una giovane di 13 anni, muta dalla nascita, la quale vide la Madonna mentre era al pascolo con il suo gregge.
Dopo la visione la giovane sarebbe tornata a parlare.
Il monumento spicca maestoso in mezzo al paesaggio vinicolo circostante ed una breve sosta qui, vale sicuramente la pena.
Proseguendo, arriverete all’abitato di Cassinasco.
Vi troverete in un batter d’occhio in uno dei comuni più alti della provincia di Asti con i suoi quasi 500 mt di altitudine.
Da qui, il percorso vi farà aggirare la Torre dell’Antico Castello, unica parte sopravvissuta al saccheggio e all'incendio del 1615 compiuto dalle truppe sabaude durante la guerra di successione del Monferrato.
Da qui scenderete nuovamente verso l’abitato di Canelli per arrivare ad attraversare la parte antica di San Marzano Oliveto e Moasca.
Cosa vedere a Moasca: sulla via del ritorno
Nel centro del paese sorgono la chiesa parrocchiale dedicata a san Pietro ed il Municipio. La parrocchiale è della fine del Seicento e presenta notevoli motivi di interesse. A sinistra della parrocchiale, della stessa epoca, sorge la pregevole chiesetta di San Rocco, in cotto, con campanile e portico, sede della confraternita dei Battuti.
Di rilievo è, sicuramente, la parte più antica del paese costituita dal suo Castello.
Le parti attualmente esistenti del castello di Moasca sono quanto rimane dell'edificio costruito nel 1351 così come apprendiamo da un'enigmatica scritta posta ancora oggi sulla sommità del portale d'ingresso. La precedente fortificazione fu rasa al suolo nel 1308, dopo un lungo e difficile assedio del quale non sono note né l'origine né la forma.
Dopo una piccola sosta/ristoro nella piazzetta principale dell’abitato, è possibile riprendere il percorso in direzione dell’Azienda Ca’ del Nono, dalla quale siete partiti.
Informazioni
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42 Km
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34 giorni 17 ore 20 minuti
- Difficoltà: 3