Tipi Percorsi
Si pedala verso Greve in Chianti e la sua frazione Panzano per poi risalire verso Castelvecchi verso Radda in Chianti e poi tornare ad Albola.
nel Chianti, in Chianti, a Greve in Chianti, a Radda in Chianti, a Gaiole in Chianti, a Castellina in Chianti, a Cavriglia
L'ascesa ai corni è caratterizzata da una prima parte di 5km circa su strada provinciale asfaltata abbastanza trafficata con pendenza media del 5%
La seconda parte altri 4-5Km sempre di strada asfaltata in assoluta assenza di traffico veicolare dove la pendenza media sale al 8/9% medio
La terza e ultima parte di circa 1-1,5 km la si percorre su di uno stretto nastro in cemento in assoluta assenza di traffico veicolare, qui le pendenze diventano quasi proibitive, media del 12/13% con tratti che tocccano il 23/25%
Una volta giunti in cima si può godere di un panorama fantastico sulla citta di Lecco e ci si puà rilassare al rificio S.E.V.
Sconsigliato a chi non ha un minimo di preparazione.
a Bellagio, a Lecco, a Oliveto Lario, sul Lago di Como
Castello di Torrechiara
Partendo in e-bike da Parma dal punto di noleggio di ParmaBike Experience si arriverà, percorrendo ciclabili e strade di campagna a basso traffico, all’affascinante Castello di Torrechiara regno dell'amore tra il Conte Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini.
Utilizzato in passato come set del celebre film Lady Hawke, il Castello di Torrechiara sorge sulle prime colline e domina tutta la pianura sottostante, nelle giornate limpide potrete ammirare le Prealpi e la pianura sino al Po. Potrete visitare il castello e passeggiare lungo gli stretti vicoli del borgo protetto dalle alte mura e tornare con la mente a epiche battaglie e travolgenti storie d’amore. Nel borgo potrete sostare in una gastronomia e degustare i salumi tipici di questa zona tra cui il sublime Prosciutto di Parma DOP
Langhirano
Dal castello, in sella alla vostra ebike con un facile sterrato tra le vigne arriverete al Paese di Langhirano famoso nel mondo per la produzione del Prosciutto di Parma. Parte del tragitto si sviluppa lungo il Sentiero dell’Arte dove potrete ammirare opere di arte moderna disseminate lungo la strada che costeggia il Canal San Michele. A Langhirano vedrete gli imponenti edifici di stagionatura del Prosciutto di Parma con le loro gigantesche finestre che nelle giornate soleggiate vengono aperte per permettere al vento Marino di accarezzare i prosciutti e renderli unici e inimitabili. A Langhirano potrete visitare uno dei Musei del Cibo dedicato al Prosciutto di Parma DOP. Nei primi due week-end di Settembre da non perdere il Festival del Prosciutto.
Gastronomia
Il percorso si sviluppa su un’area geografica ti notevole importanza per le eccellenze gastronomiche. Sulle colline circostanti il Castello di Torrechiara si trova l’area più vocata per la coltivazione della vite e sorgono numerose cantine dove potrete degustare i vini dei Colli di Parma Doc, non dovrete mancare di assaggiare l'inimitabile Malvasia di Candia Frizzante unica nel suo genere per le fragranze e per la sua leggera aromaticità. Lungo il percorso potrete degustare in gastronomie o piccole trattorie il Prosciutto di Parma e altri salumi unici prodotti in queste terre. Nelle vicinanze di Langhirano è possibile anche visitare un caseificio di produzione del Re dei Formaggi il Parmigiano-Reggiano DOP
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Questo tour panoramico parte da Cabella Ligure per raggiungere Carrega Ligure, cuore del Parco Naturale Alta Val Borbera.
Si passa dal versante destro a quello sinistro del torrente Borbera attraverso il ponte delle Bocche, ci si inoltra in una stretta valle dominata dalle cime più belle dell'Appennino ligure-piemontese, il Legnà, il Carmo, il Monte delle Tre Croci e l'Antola, dove ha inizio l'altro parco, in territorio ligure, il Parco Antola.
Aggrappati alle pendici dei monti si alternano una serie di borghi, molto caratteristici: Daglio, Cartasegna, Magioncalda, Vegni e Campassi. Risalendo la valle si giunge a Carrega Ligure, sede del Parco Naturale Alta val Borbera, dell'Ecomuseo dei Sette Ricordi e del Museo di Cultura Popolare. Tra queste montagne nel 1943/44 si organizzarono i primi nuclei della Resistenza e furono paracadutati i membri delle missioni inglesi e americana.
Risalendo i tornanti della "strada della Resistenza" si incontrano i ruderi dell'antico castello di Carrega, e si arriva quindi a Capanne di Carrega da dove si gode un panorama stupendo della Val Borbera e della Val Trebbia. Fra le località di Capanne di Carrega (Piemonte) e "Casa del Romano" (Liguria), nella tarda primavera, si ammira una stupenda fioritura di narcisi.
in Val Borbera, ad Arquata Scrivia, a Gavi, al borghetto di Borbera
Questo percorso segue la via Mercatorum e raggiunge la borgata di Serina passando lungo la strada provinciale e poi lungo una mulattiera immersa nei verdi boschi.
a San Giovanni Bianco, a San Pellegrino Terme, in Val Taleggio, a Camerata Cornello, a Dossena, a Valpiana, a Vedeseta, a Zogno, sulla ciclovia della Val Brembana
Santuario mariano posto su sacro colle di Anglona a 263 metri sul livello del mane dominante le vallate del Sinni e dell'Agri.
La struttura attuale del santuario, datata tra l'XI secolo ed il XII secolo costruita in tufo e travertino, presenta elementi architettonici di notevole importanza quali, l'abside, il campanile e il portale in stile. L'esterno absidale è sicuramente la parte più cromatica e più raffinata dell'intero edificio, si ammirano ornamenti ad intagli, archetti pensili, lesene e un finestrone centrale adornato. Sulle pareti esterne numerose formelle con figure di animali a rilievo, di provenienza ignota, creano un effetto davvero suggestivo. Il tetto a più falde e l'armonia dei volumi, conferiscono al santuario un aspetto piacevole ed imponente. Splendidi e suggestivi affreschi sulle pareti della navata centrale.
Il portale in stile romanico è formato da un'arcata a tutto sesto arricchita da intagli e rilievi. Anche sul fronte del portale si trovano formelle di tufo calcareo con bassorilievi che raffigurano i simboli dei quattro evangelisti, Marco il leone, Luca il bue, Giovanni l'aquila, Matteo l'angelo. A sinistra della facciata spicca il campanile anch'esso in stile romanico, di forma quadrangolare, poco slanciato e in cima adornato da quattro bifore.Chiesa a croce latina disposta su tre navate è ricca di pregevoli affreschi che i recenti restauri hanno riportato alla luce.Nel XIII secolo è stato ampliato l'abside, ad opera di Melchiorre da Montalbano che fu chierico di Anglona. Risalgono al XV secolo invece il rifacimento dell'ala sinistra e la ricostruzione dell'episcopio.
La struttura è attorniata da ulivi secolari e ben curati dove il silenzio Vi immergerà in atmosfere di altri tempi.
L'8 settembre è il culmine della millenaria festa in onore di Maria SS. Regina di Anglona, patrona della diocesi di Tursi-Lagonegro.
Durante l'avvicinamento al Santuario, prima del ponte in mattoni rossi e a pochi metri dalla strada, ci si può immergere in scenari calanchivi e suggestivi a completare questo piccolo tour spirituale e scenografico.
Il tour del lago di Bolsena in e-bike inizia dal punto di noleggio BikeSquare: è facilissimo da raggiungere si trova sul viale principale di Bolsena e da qui si arriva senza difficoltà al lago.
Questo percorso ti permette di percorrere un anello intorno al lago di Bolsena circondato dalle bellezze della natura.
E' un giro semplice che puoi fare anche senza guida seguendo il percorso sull'app.
I nostri esperti noleggiatori di solito consigliano di fare il percorso in senso anti orario.
L'anello si sviluppa per 50 km e ti permette di attraversare alcuni borghi di pescatori, pedalare sulle sponde del lago in un ambiente naturale ancora selvaggio.
Ci sono però anche dei tratti in cui è necessario pedalare sulla strada statale. Se noleggiate le bici tra aprile e ottobre è possibile evitare un circa 9 chilometri di strada statale percorrendo un tratto della via Francigena; si tratta di una strada alternativa che sale di dislivello, è un po' più difficile ma con le e-bike è fattibile anche per i meno allenati. E poi dall'alto si può ammirare tutta la caldera del lago di origine vulcanica con le sue due isole: la Martana con la sua tragica leggenda della regina dei Goti Amalasunta e la Bisentina con le sue 7 Chiese.
Ecco i borghi che potrai vedere.
Capodimonte è un paesino fiabesco che sorge su un piccolo promontorio sul lago. Nel Medioevo fu luogo di soggiorno estivo della famiglia Farnese che ne fece un importante centro turistico per l'epoca. Se hai tempo sarà interessante visitare la Rocca Ottagonale e il Museo della Navigazione oppure puoi arrivare al Porto e pedalare sul suo bellissimo lungolago.
E se ti viene un po' fame? qui si possono gustare diversi piatti tipici della zona lacustre come la Sbroscia, una zuppa di pesce locale, oppure i Lattarini fritti, l'Anguilla marinata o alla vernaccia, il Coregone che è pesce tipico del lago di Bolsena facente parte della famiglia dei salmonidi da gustare al cartoccio.
Ad agosto proprio qui a Capodimonte si tiene una grande Sagra del Coregone.
Marta è il nome di un altro borgo del lago. Se pedali nel mese di maggio potrai assistere alla grande festa della Barabbata e seguire il un corteo di carri carichi di fiori, attrezzi e prodotti della terra e del lago che percorrono il paese fino alla Chiesa della Madonna del Monte.
Anche qui non mancano le prelibatezze culinarie come il Coregone in salsa o i Tagliolini in brodo di Tinca, le polpette di Coregone al pomodoro, i Lattarini fritti di cui in Maggio la Sagra, e la Cannaiola un vino rosso DOC prodotto solo in questa zona.
Da Marta si percorrono circa 6 Km costeggiando il lago e si arriva sulla parte del lago di Montefiascone;
è un altro paese che si affaccia sul lago, anzi lo sovrasta essendo il comune con maggiore altitudine (circa 600m).
Dal suo Belvedere potrai ammirare una meravigliosa vista sul lago, la piana di Viterbo e gran parte dell'Appennino Centrale.
Salendo al paese di Montefiascone, si può gustare il famoso vino EST! EST!! EST!!!
La leggenda narra che nel 1111 Re Enrico V di Germania si dirigeva a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero. Con lui viaggiava il Vescovo Defuk che da grande amatore di vini, aveva mandato in avanscoperta il suo servo Martino per individuare le taverne con il miglior vino e segnalarle con un "EST" ovvero "C'è"
Il serve, arrivato a Montefiascone, trovò il vino talmente buono che lo contrassegnò con la scritta EST! EST!! EST!!!
Montefiascone è una delle tappe della Via Francigena e su una delle sue piazze troverai il monumento al pellegrino che è di buon auspicio per chi si appresta a fare gli ultimi 100 Km per arrivare a Roma, alla tombra di Pietro.
Continuando a pedalare sulla sponde del lago arriverai a Bolsena che è anche conosciuta come "la perla del lago".
Il paese di Bolsena è molto devoto a Santa Cristina.
Si racconta che fosse una giovane del posto che durante le persecuzioni cristiane fu sottoposta a supplizzi di ogni genere, anche da parte del padre che non tollerava la sua devozione al Cristianesimo.
Ogni anno, a fine luglio, in suo onore, vengono allestiti i cosiddetti "quadri viventi" nelle piazze del paese con la partecipazione di moltissimi cittadini di Bolsena.
Dopo tutte questi piccoli segreti del territorio ti diciamo anche che il Lago di Bolsena è uno dei pochi laghi italiani balneabili e per questo puoi anche decidere di parcheggiare la ebike e tuffarti nell'acqua fresca per divertirti ancora di più.
Bolsena, lago di Bolsena, lago Bolsena, Val di Lago
Un bel percorso perfetto per le ebike.
Si parte da Greve in Chianti, dal punto di noleggio di bici elettriche presso l'ufficio Turistico.
Da qui si pedala sulla Chianti Valdarno che vi offrirà i paesaggi che vi aspettate dal Chianti: scorci sulle vigne, cipressi, borghi con le case di pietra.
Si attraversano i borghi di Dudda e di Lucolena e Greve in Chianti.
Il percorso di sviluppa principalmente su strade asfaltate e un tratto su strada bianca.
La foto di copertina è di Curtis Foreman, Flickr, uso commerciale consentito.
nel Chianti, in Chianti, a Greve in Chianti, a Radda in Chianti, a Gaiole in Chianti, a Castellina in Chianti, a Cavriglia
L'itinerario parte dal punto di noleggio Bike Square sito in Cabella Ligure. Di qui si prende la S.P. 140 e si attraversa il ponte sul Borbera fino a raggiungere le locaità di Dovanelli, Dova Inferiore, Dova Superiore e infine il valico di San Fermo, un valico dell'Appennino ligure posto a quota 1.129 m presso il Monte di San Fermo lungo la strada che collega la Liguria con la val Borbera. Il valico nel passato era molto importante perché vi passava la via del sale diretta in Lombardia. Nel lato piemontese del valico si trova la cappella di San Fermo con due bassorilievi provenienti dall'antica abbazia di San Clemente. Dal valico si ha una fantastica vista sulla val Borbera, Valle Scrivia e Val Vobbia, nei giorni tersi la vista raggiunge le Alpi Occidentali, la Liguria e a volte anche la Corsica. La Cappella di San Fermo, si trova sul confine fra Liguria e Piemonte, ad un'altezza di 1177 metri s.l.m., sull'Appennino Ligure. Dalla cappelletta si possono ammirare il Mar Ligure, gli Appennini, le Alpi occidentali e, nelle giornate più limpide, il Monviso. La festa patronale si tiene presso l'omonima cappella il 9 agosto di ogni anno, preparando le caratteristiche frittelle liguri. Per il ritorno si passa dalle località di Casalbusone e Gordena, tipici borghi simili a quelli dell'entroterra ligure, costruiti con la pietra locale ed immersi in una natura incontaminata di boschi di faggi, roveri e castagni.
in Val Borbera, ad Arquata Scrivia, a Gavi, al borghetto di Borbera
Si parte dal punto di noleggio BikeSquare di Capanne di Marcarolo e si imbocca la S.P. 167, in direzione Piani di Praglia. Si tratta di un piccolo altipiano della Liguria ad una altitudine di circa 800 m. s.l.m. Il nome Praglia deriva dal termine prateria. Fin da tempi remoti, probabilmente assai prima dell'epoca romana, la zona dei Piani di Praglia, peraltro allora del tutto priva di insediamenti, era attraversata da una via che conduceva dal mare di Genova alla località oggi chiamata Capanne di Marcarolo, antico luogo di scambi commerciali tra mercanti liguri e padani. Questa mulattiera, per il trasporto delle merci sbarcate sulla spiaggia di Pegli, risaliva la Val Varenna e si congiungeva nei dintorni di Praglia con la pista proveniente dalla val Polcevera. In epoca medioevale questo percorso era molto frequentato perché costituiva una "via libera" cioè una strada non soggetta a dazi e pedaggi detta Via de' Mercaroli, popolarmente Cabanèa. Dalle Capanne di Marcarolo era poi possibile raggiungere Alessandria attraverso Lerma, Ovada e Acqui Terme, oppure Pavia attraverso Voltaggio, Gavi e Tortona. Superata si imbocca una facile sterrata che inizialmente è pavimentata, fino a raggiungere i laghi del Gorgenze immersi in uno splenddo scenario naturalistico.Costeggiato il lago si ritorna a capanne di Marcarolo seguendo lo stesso itinerario dell'andata.
nel Monferrato, a Nizza Monferrato, a Canelli, a Mombarcaro
SORATTE E DINTORNI
Una tappa impegnativa e affascinante, la prima nella terra degli Etruschi: da qui alla fine del GTL, per tutto il suo arco settentrionale, attraverseremo necropoli, mura di tufo e strade tagliate nella pietra e nel bosco, eredità di un popolo ancora in parte misterioso e poi confluito nella civiltà romana. Da Stimigliano attraversiamo due grandi “barriere”, il Tevere prima e l’Autostrada del Sole poi, per ritrovarci davanti l’unico grande gigante che svetta solitario nell’Agro Romano: il Monte Soratte. Dai profili inconfondibili, è un massiccio calcareo dal quale partono numerosi sentieri di escursionismo e mountain bike, ed ha sempre stimolato la fantasia di poeti, scrittori e viaggiatori, primo tra tutti Orazio. Per muoversi in questi territori collinari e spesso tortuosi, il GTL 12 si serve di tratti due ciclovie europee, l’Eurovelo 5 Romea Francigena e l’Eurovelo 7. Proseguiamo per strade tortuose fino a Sant’Oreste, poi Faleria, antico insediamento di un’antica popolazione laziale, i Falisci, fino ad arrivare a una delle perle dell’Alto Lazio: Calcata, arroccata su un blocco di tufo in mezzo alla valle del Treja, è un borgo che pare isolarsi dal resto del mondo, un tempo rifugio di comuni hippie, oggi di botteghe artigianali. Proseguiamo scendendo nei boschi della valle del fiume Treja, nella quale pure sono presenti molti sentieri e ippovie per affascinanti deviazioni come quella per le Cascate di Monte Gelato, vero e proprio locus amoenus utilizzato come set di molti film. Da qui compiamo una lunga ansa per oltrepassare il fiume Treja verso nord (non ci sono passaggi di attraversamento se non molto sconnessi e impervi), e guadagnare i due graziosi borghi di Nepi, roccaforte Borgia, e Civita Castellana, che si raccoglie attorno al suo Forte San Gallo. Sempre per campagne e boschi, stavolta sulla sponda occidentale del Tevere, scorrono gli ultimi chilometri della tappa verso Orte, anch’essa arroccata su un blocco tufaceo e senz’altro degna di visita.
a Empoli, in Val d'Arno
La dolce campagna costellata da masserie e pajare, le spiagge selvagge lungo la costa, le pinete sul mare nei parchi al profumo della macchia mediterranea, i borghi e le piccole marine che custodiscono storie antiche e capolavori non solo barocchi: è una straordinaria avventura pedalare nelle terre del Salento, partendo da Lecce per toccare Galatina, la patria del tarantismo, e immergersi poi nei parchi di cui è ricca la costa che si affaccia sul mare Ionio.
Tra un borgo e l'altro, si alternano così il Parco naturale di Ugento, il Parco di Punta Pizzo e Isola di Sant'Andrea, il Parco di Portoselvaggio, l’Area marina protetta di Porto Cesareo, la Riserva della Palude del Conte, la Riserva del litorale Tarantino, fino alla foce del fiume Chidro.
Si entra poi nella terra del Primitivo toccando Manduria e Avetrana per far ritorno poi a Lecce.
La ciclovia completa e i 5 percorsi ad anello
La Ciclovia del Salento Ionico è il percorso completo per esplorare questo territorio, si tratta di un percorso ad anello alla portata di tutti che si sviluppa in poco più di 300 chilometri in sei tappe consigliate.
Il percorso principale, lungo 305,8 km, è per l'82% su asfalto e il 18% su sterrato, con traffico di bassa intensità su quasi tutto l'itinerario, tranne che in luglio/agosto sui tratti di litoranea.
Tappa A01 - da Lecce a Nardò
Tappa A02 - da Nardò a Ugento
Tappa A03 - da Ugento a Gallipoli
Tappa A04 - da Gallipoli a Torre Lapillo
Tappa A05 - da Torre Lapillo ad Avetrana
Tappa A06 - da Avetrana a Lecce
Sovrapposti per una buona parte all'itinerario principale, sono cinque i percorsi ad anello che permettono di fare delle escursioni di una giornata o di organizzare su misura il proprio viaggio in bici:
Escursione E-01 - Pedalare da Ugento verso le sue lunghe spiagge
Escursione E-02 -Da Gallipoli alla scoperta di borghi e masserie dell'entroterra salentino
Escursione E-03 - Da Nardò verso Gallipoli tra muretti a secco e il mare
Escursione E-04 - Da Porto Cesareo pedalando guardando il mare di verde e di blu
Escursione E-05 - Il tour intorno a Manduria alla scoperta delle risorgive e della Salina dei Monaci
Lecce
Lecce è la città pugliese conosciuta come la "Firenze del Sud" per la sua straordinaria bellezza barocca.
E' una città che incanta e merita di essere esplorata in bicicletta per scoprire il suo ricco patrimonio artistico e architettonico.
Pedalando per le sue stradine strette e suggestive, potrai ammirare le magnifiche chiese barocche, i palazzi storici e le piazze incantevoli che caratterizzano il centro storico di Lecce. La bicicletta ti permetterà di muoverti agilmente tra i monumenti più importanti, come la Basilica di Santa Croce, il Duomo e l'Anfiteatro Romano.
Lecce è circondata da una campagna che ti stupirà in tutte le stagioni e ricca di antichi uliveti e vigneti. Pedalare tra le strade della campagna salentina ti offrirà la possibilità di scoprire la vera essenza della Puglia.
Infine, Lecce è una città vivace e accogliente, ricca di tradizioni culinarie e culturali che potrai scoprire lungo il tuo viaggio in bicicletta. Fermati in una trattoria locale per assaggiare le prelibatezze della cucina salentina e immergiti nell'atmosfera unica di questa città che sa conquistare il cuore di chiunque la visiti.
Pedalare per le strade di Lecce sarà un'esperienza indimenticabile che ti lascerà con ricordi preziosi da portare con te per sempre.
Uscendo dalla città si incontra il primo importante punto di interesse di questa ciclovia: l'area archeologica di Rudiae.
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Un giro ad anello a cavallo tra l’alta e la bassa valle Formazza, sarà l’occasione per immergersi completamente negli scorci suggestivi che accolsero i walser quando arrivarono dal vicino Canton Vallese (CH) alla ricerca di nuovi pascoli. Un salto nel passato, esplorando una delle più suggestive cascate d’Europa incastonata in una delle valli meno conosciute d’Italia.
Attenzione: il percorso è solo in parte percorribile con il rimorchio bici per bambini. Nel tratto compreso tra le località "Ponte" e "Sotto Frua" è necessario utilizzare la strada carrabile se si vuole optare per questa soluzione. Anche per tutti coloro non abbiano buona dimestichezza con la MTB è sconsigliato passare dalla ciclabile compresa tra i due tratti sopra indicati, perchè la ripidezza delle rampe ed i tornanti stretti potrebbero creare difficoltà.
Che cosa vedere, Formazza – le Frazioni
Tutte ricche di storia e fascino, prendete il tempo per esplorare le tipiche abitazioni walser immerse nel verde dei prati e ricche di colori in ogni stagione.
Antillone [Puneiga], frazione non più abitata, è meta di passeggiate per raggiungere i vicini alpeggi di Vova e Salecchio.
Brendo [In Dä Brendu], “nel bosco abbattuto con il fuoco”, è un minuscolo agglomerato di case raccolto intorno alla Chiesetta della Madonna del Carmine. Da qui la Valle si restringe e si fa più ripida. Nelle vicinanze si trova la Centrale Giacinto Motta che sfrutta i bacini idroelettrici di Morasco, Vannino, Sruer, Toggia e Kastel per la produzione di Energia Elettrica.
Canza [Früduwald] e Grovella [Gurfalu], “bosco della cascata” e “zona dei massi”. Sono due frazioni tra loro vicine dove si contano numerose antiche abitazioni in larice costruite dai Walser. A Canza L'abitato fu parzialmente distrutto da una valanga nel 1951 che causò numerose vittime.
Chiesa [in der mattu], “situata tra i prati”, è la sede della Parrocchia di Formazza. La frazione è composta da un piccolo agglomerato di case che si raccoglie attorno alla Parrocchiale dei Santi Bernardo e Carlo. Nella frazione si trova anche l'antico Cimitero Walser con le caratteristiche croci in legno, uguali per ogni defunto.
Fondovalle [Schtafulwald], “corte per il bestiame circondata dal bosco”, o “bosco del recinto”, è il primo paesino adagiato sulla pianura affacciata sul dirupo "delle Casse". In origine il villaggio era in legno ma fu distrutto da una immensa valanga nel 1863 e ricostruito in muratura.
Foppiano [Undrum Stalda], è la prima della Valle ed è abitata tutto l'anno. All'interno della frazione è presente l'Oratorio dedicato a San Giovanni e tipiche costruzioni in legno.
Frua [Uf Der Frütt], località famosa per il turismo invernale e per la Cascata del Toce.
Ponte [Zumschtäg], è il cuore della Valle e sede del Municipio. Il nome della Frazione si riferisce alla presenza dell'unico ponte sul fiume Toce. Nella Frazione è presente anche una scuola per i bambini delle elementare dove si impara ancora il vecchio dialetto Walser. Al termine del paese, verso la frazione Brendo, si trova la più antica casa formazzina, la Casa Forte, antica sede dell'ammano, il capo della colonia walser. Anche qui è presente un Oratorio dedicato a Santa Caterina. Inaugurata il 25 novembre 1661, la chiesa è stata ampliata nel 1884. L'ultimo restauro risale al 1986-1987.
San Michele [Tuffald], "bosco profondo", i boschi vicini alla frazione furono devastati da un grosso incendio nel 1765. Il paesino è sede di un Centro Sci di Fondo, con un anello di pista di 12 km che percorre tutta la parte pianeggiante della Valle, da Ponte a Fondovalle. Nella località si trovano anche due edifici religiosi: Chiesa di San Michele e Santa Lucia edificata nel 1663.
Sotto Frua [Unter Der Frütt], “sotto la Cascata” del Toce. E' presente una chiesetta e due grosse strutture utilizzate prevalentemente dai Salesiani per raduni estivi e incontri vari.
Valdo (Wald), "bosco", antica sede del Comune di Formazza ora spostata a Ponte. Nella Frazione è presente la seggiovia del Sagersboden che porta alla sommità della Pista dei Campioni così definita per la sua bellezza e tipologia.
Focus, i Walser
I Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè vallesano, abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al Massiccio del Monte Rosa. La cui lingua viene definita come Titsch, Töitschu o Titzschu, termini imparentati con il tedesco Deutsch.
Stabilitisi nella Valle del Goms, durante i secoli XII e XIII, coloni Walser provenienti dall'alto Vallese si stabilirono in diverse località dell'arco alpino in Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria e Francia. La storia del popolo Walser al sud delle alpi inizia verso la metà del XIII secolo, per migrazioni progressive, sviluppando nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo.
La loro peculiarità è stata quella di aver dato vita a un modello di colonizzazione delle alte quote occupando e trasformando alpeggi abbandonati. La Val Formazza ha rappresentato la porta di ingresso dei Walser, da qui sono transitati e hanno colonizzato l'arco alpino sul versante italiano, i cui primi insediamenti stabili si attestarono oltre i 1.800 mt.s.l.m. La loro peculiarità è stata quella di aver dato vita a un modello di colonizzazione delle alte quote occupando e trasformando alpeggi abbandonati, valli e montagne spopolate con insediamenti permanenti.
Focus, Sbrinz Route
Tutti gli anni a fine agosto, per maggiori informazioni www.sbrinz-route.ch
Rievocazione storica in costume del tragitto che unisce Berna a Domodossola, una camminata in più tappe durante la quale viene ripercorso il tragitto all’insegna della tradizione. Una grande via di comunicazione che già 600 anni fa, attraverso il Passo del Gries, a 2479 m di quota tra la Val Formazza e l'Alto Vallese, costituì la via più diretta fra la pianura lombarda e la Svizzera centrale. Da Milano a Berna, dal Mediterraneo alle pianure dell'Europa centrale, transitarono uomini, merci, idee. Fu una strada commerciale, una carovaniera percorsa da lunghe file di muli carichi di merci. Da nord scendevano bestiame, pelli e formaggi (lo “sbrinz” dell'Oberland Bernese), ma anche prodotti di lusso come i preziosi cristalli lavorati dai monaci di Engelberg destinati alle corti italiane. Da sud salivano i panni e le sete lombarde ed il vino dell'Ossola, esportato fino alla corte di Francia.
Focus, gli Orridi di Uriezzo
Un piccolo canyon situato nel comune di Premia. Nel corso dell’ultima glaciazione (terminata circa 12.000 anni fa) nell’attuale Valle Antigorio e Formazza si trovava il Ghiacciaio del Toce che con il passare del tempo e con l’aiuto dei torrenti alla sua base ha eroso la roccia andando a formare questo particolare spettacolo naturale. I tortuosi cunicoli e le gole che oggi è possibile ammirare si sono formate una volta che il ghiacciaio è scomparso. Il prosciugamento dei vari torrenti glaciali ha lasciato spazio ad un vero e proprio canyon che oggi si può visitare a piedi. Il fenomeno di erosione ha creato un paesaggio naturale molto raro nelle Alpi. La forza dell’acqua ha difatti creato una serie di grandi cavità subcircolari separate da stretti e tortuosi cunicoli le cui pareti sono ricoperte di scanalature, volute e nicchie.
Focus, Piero Portaluppi – Architetto
è stato uno dei più importanti architetti e urbanisti della prima metà del '900 italiano. Pur avendo operato prevalentemente nel nord Italia, e in particolare per l'alta borghesia meneghina, a lui si deve una vera rivoluzione nel modo di pensare l'architettura di spazi pubblici e privati. Nel corso della propria carriera ha realizzato progetti in diversi settori: non solo palazzi e ville residenziali, ma anche centrali idroelettriche – in cui ha applicato stilemi architettonici più legati all'edilizia storica che a quella industriale – edicole funerarie, padiglioni espositivi, alberghi e molto altro.
Focus, i Formaggi della Val d’Ossola
Tra i formaggi della Val d’Ossola un posto d’onore occupa certamente il Bettelmatt, il “formaggio degli Dei”, prodotto in sette alpeggi delle valli Antigorio e Formazza ad un’altitudine compresa tra i 1800 e i 2400 metri. Il Bettelmatt si produce in estate, ed è un formaggio che nobilita la grande tradizione dell’allevamento di vacche di razza bruna. Ottenuto dal latte di una sola mungitura, lavorato a crudo e intero, quindi con due lavorazioni giornaliere, è un vero trionfo di profumi, aromi e sapori inconfondibili provenienti proprio dagli aromatici pascoli delle Alpi Lepontine.
La maturazione del Bettelmatt può variare da pochi mesi a più anni, ma solo dopo almeno 90 giorni di stagionatura gli aromi e i profumi raggiungono l’apice dell’intensità. Di colore giallo oro o paglierino tendente al bruno e al bronzo con la maturazione, di sapore intenso, prolungato e profondo, aromatico, mai banale.
Altro formaggio caratteristico è l’Ossolano: un formaggio semigrasso o grasso dal sapore delicato, erbaceo, più intenso e prolungato nel corso dell’affinamento, utilizzato come piatto a se stante e anche nella preparazione dei tradizionali gnocchi a base di patate, farina di castagne e zucca, oppure nelle polente conce, o ancora con il pane di segale a formare la tradizionale merenda ossolana.
a Verbania, sui Laghi, sul Lago Maggiore, nella Val d'Ossola, Premosello-Chiovenda, Vogogna, Macugnaga, sul Toce, Lago di Mergozzo
Il percorso è molto semplice, sono solo 19 km, sullo stesso percorso all'andata e al ritorno. La prima parte è su strada asfaltata, parzialmente in ombra, l'ultimo breve tratto è su una strada bianca che ti porta appena sotto alla cima del Monte San Michele dovre trovi un grande prato per fare picnic e un bar-ristorante. È ideale per le famiglie perché il dislivello è molto contenuto e le strade sono poco trafficate. Si può fare anche in mezza giornata.
nel Chianti, in Chianti, a Greve in Chianti, a Radda in Chianti, a Gaiole in Chianti, a Castellina in Chianti, a Cavriglia
nel Chianti, in Chianti, a Greve in Chianti, a Radda in Chianti, a Gaiole in Chianti, a Castellina in Chianti, a Cavriglia
Il percorso cicloturistico in bici elettrica ad anello parte da Aosta e segue il sentiero Noveilloz, con le ebike MTB sarà un'esperienza mozzafiato che ti porterà attraverso paesaggi naturali e panorami spettacolari. Il sentiero Noveilloz è noto per la sua bellezza naturale e per la sua tranquillità, perfetto per una piacevole pedalata immersi nella natura.
Durante il percorso, avrai l'opportunità di ammirare la bellezza dei boschi circostanti, dei prati verdi e delle montagne imponenti che fanno da sfondo al paesaggio. Le e-bike ti permetteranno di salire da Aosta sui pendii senza troppa fatica e potrai ammirare lungo il tragitto, le meraviglie della natura come fiori e piccoli animai, potrai anche passare attraverso piccoli villaggi pittoreschi come Cheserod e Verou, dove potrai fare una pausa per ammirare l'architettura tradizionale e gustare qualche prelibatezza locale.
La pedalata lungo il sentiero Noveilloz ti permetterà di vivere un'esperienza unica e indimenticabile immersi nella natura incontaminata delle Alpi, godendo della pace e della tranquillità che solo la bicicletta può offrire.
in Valle d'Aosta, a Chatillon, a La magdeleine, a Chamois, ad Ayas, a Fenis, per il lago di Lod, al Monte Zerbon, nella valle del Cervino, ai laghi di Champlon, Saint-Vincent
Percorso in ebike tra le colline del Monferrato astigiano a cavallo del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro.
Splendidi paesaggi faranno da cornice a questo tour tra boschi e vigneti.
Cosa vedere a Belveglio
Il nostro tour parte dal B&B Ortondo di Cortiglione.
Dopo una breve pedalata sulla cresta delle colline che circondano il paese, arriverete al Bricco di Belveglio, luogo dal quale è possibile avere una visuale a 360 gradi sul paesaggio circostante.
Belveglio è un comune di 336 abitanti della provincia di Asti. Nel medioevo la località era conosciuta con il nome di Malamorte. È probabile che il toponimo derivi dalle continue lotte che imperversavano nel territorio, tali da considerarle terre di malamorte. Il primo signore di Malamorte, fu Raimondo Turco (1003 - 1092), proveniente da una famiglia nobile di Asti.
I marchesi aleramici d'Incisa divennero padroni della località dopo la discesa di Federico Barbarossa nel 1155, che sconfisse ed incendiò la città di Asti, ma dopo la pace di Costanza (1183) furono costretti a restituirla al Comune di Asti. In seguito alle guerre civili ad Asti tra le fazioni dei Solaro e dei Guttuari Malamorte si susseguirono molte distruzioni, fino al passaggio della città di Asti sotto la dominazione di Luchino Visconti.
Nel 1387, il villaggio compare nella dote di Valentina Visconti per il suo matrimonio con Luigi di Valois e probabilmente in questo periodo la località modificò il proprio nome in Belvedere (Bellumviderium Astensium).
Nel 1806, Napoleone Bonaparte comprese il villaggio nel Dipartimento di Marengo ed in questo periodo avvenne il cambiamento di denominazione (l'ultimo) da Belvedere in Belveglio.
Il percorso si snoda tra le vie del centro del paesino fino ad abbandonare la strada principale per iniziare una lunga stradina secondaria immersi nei boschi circostanti.
Rocchetta Tanaro e il suo Parco Naturale
La traccia, vi condurrà fino ai confini del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro.
Prestate attenzione alla discesa su strada inghiaiata che vi permetterà di addentrarvi nel parco e godere, in estate, di un po’ di ombra e frescura.
Abbandonata la strada sterrata principale vi ritroverete nei pressi del Comune di Cerro Tanaro, da dove inizierà una lunga pista ciclabile sull’argine del fiume Tanaro.
Al termine della pista, un piccolo tunnel vi farà oltrepassare la ferrovia per raggiungere (questa volta su asfalto) il comune di Rocchetta Tanaro.
In aperta campagna, un tempo sulla riva del Tanaro, sorge la chiesetta di Santa Maria de Flexio con abside romanica.
In regione Sant'Emiliano sorge l'omonima chiesetta, già dipendenza dell'Abbazia di Azzano che estendeva la propria giurisdizione su cascine e terre del territorio rocchettese confinante con "Roca".
Nel concentrico, il Salone Santa Caterina, un tempo Chiesa della Confraternita della ss. Annunziata o dei "Battuti", conserva un affresco scalpellinato in corso di studi da parte della Soprintendenza ai Beni artistici, colonne e mensole romaniche.
La chiesa parrocchiale costruita nel 1700 su preesistente cappella medioevale dedicata a Santo Stefano, ha campanile romanico datato 1474. Conserva un'acquasantiera marmorea con inciso "Comunitas Rocheta 1476", dipinto attribuito alla scuola del Caccia, dipinto di Michelangelo Pittatore, crocifisso in avorio del 1700 di scuola provenzale.
Da vedere anche il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro, dove si segnala la presenza de Il Frutteto della Memoria e del “grande faggio” (detto “Faggio Emilio”) della Val du Gè (Valle del Gelo), esemplare ultrasecolare di altezza superiore ai 25 metri e con un diametro della chioma intorno ai 20 metri che cresce alla quota minima per il Piemonte (130 metri s.l.m.), e rappresenta un ricordo delle faggete diffuse su tutta la zona al termine dell’ultimo periodo glaciale, e la Riserva Naturale Integrale "Il Verneto", oasi WWF.
A Rocchetta sono inoltre presenti due musei: il Museo del Tanaro e delle Contadinerie, con la ricostruzione di alcuni ambienti di vita contadina tipicamente Rocchettese, e il Museo delle etichette dei vini, viaggio ideale lungo le regioni italiane che, attraverso la veste grafica, invita i visitatori alla scoperta dei migliori vini nazionali;
Si segnala ancora il Castello dei Marchesi Incisa della Rocchetta, dove per secoli nelle cantine è stata effettuata la produzione dei vini dei Marchesi Incisa della Rocchetta, trasferita dal 1994 presso "La Corte Chiusa" (antica proprietà di famiglia).
Dell'antico castello medievale restano una torre cilindrica e parti della costruzione. Il castello è oggi di proprietà privata (non visitabile).
Proseguendo lungo la traccia, arriverete a imboccare la strada verso Regione Mogliotti per ricongiungervi nuovamente sulla traccia del punto di partenza.
nel Monferrato, a Nizza Monferrato, a Canelli, a Mombarcaro
Questo tour in ebike nella via delle Bonifiche vi permette di scoprire, senza troppa fatica l’itinerario, tutto in pianura, parte da Grosseto e arriva a Castiglione della Pescaia attraversando una vasta area agricola che in epoca etrusca era occupata dal Lago Prile.
Che cosa vedere alla Riserva Naturale della Diaccia Botrona
Si tratta di un’area protetta, residuo delle paludi che un tempo ricoprivano la Maremma ed in particolare dell’antico Lago Prile. Qui è stato conservato un tipico ambiente palustre ed il relativo ecosistema. Nell’area della riserva naturale Diaccia Botrona segnaliamo l’isola Clodia, isola al tempo del lago Prile, dove si trovano i resti di una villa romana del I secolo a.C. e dell’abbazia Benedettina di San Pancrazio al Fango. Un’interessante testimonianza delle bonifiche avviate dai Lorena durante il Settecento, ci viene dalla cosiddetta Casa Rossa (o Casa Ximenes) progettata un tempo per svolgere funzioni di bonifica ed oggi utilizzata come museo multimediale (Museo Multimediale della Casa Rossa Ximenes) e centro visite della riserva naturale.
Che cosa vedere a Castiglione della Pescaia
Castiglione della Pescaia è un centro balneare molto rinomato, famoso per il suo mare pulito le per sue spiagge. Il mare e le spiagge di Castiglione della Pescaia hanno ottenuto i vari riconoscimenti come ad esempio l’inserimento nell’elenco delle spiagge Bandiera Blu del 2017.
Nella parte bassa troviamo la città moderna; qui ci sono locali, ristoranti, negozi e ovviamente gli stabilimenti balneari. La costa di Castiglione della Pescaia è caratterizzata da una lunga spiaggia sabbiosa interrotta soltanto dal canale del porto. Su entrambi i tratti del litorale si possono trovare sia spiagge attrezzate che spiagge libere.
La parte alta del borgo è quella più antica e sorge arroccata tra le mura sulla sommità di Poggio Petriccio, proprio alle spalle della città nuova.
Che cosa vedere a Marina di Grosseto
A Marina di Grosseto vale la pena fare un salto al Porto Turistico e girare liberamente tra le vie del Paese.
Il Ritorno verso Grosseto
Si ritorna verso Grosseto il percorso ci fa immettere in un primo tratto di pista ciclabile. Una volta incrociata la SP 158 e oltrepassata la rotatoria l’ampia ciclabile Marina-Grosseto ci riporterà al punto di partenza in circa 10 km.
a Scarlino, a Follonica, a Gavorrano, a Castiglione della Pescaia, a San Vincenzo, a Piombino, a Bolgheri, a Ribolla, a Massa Marittima, in Maremma, a Grosseto, nel Parco dell'Uccellina, a Orbetello, a Pescia, all'Argentario, nella riserva della Feniglia
San Valentino è la ricorrenza dedicata agli innamorati e Verona è la città dei più celebri innamorati: Romeo e Giulietta.
Un giro in ebike partendo dal nostro punto di noleggio di Verona sarà perfetto per festeggiare il prossimo San Valentino o l'anniversario insieme alla persona che ami. Questo percorso insomma è perfetto tutti i giorni!
Sarà un piacevole pomeriggio all'aria aperta tra le strade della bella città e poi verso la campagna con i suoi vigneti del Valpolicella.
Si costeggia il fiume Adige, si arriva ai vigneti e alle colline panoramiche. Con la bici elettrica sarà tutto senza fatica e solo divertimento!
Il tour vi permette di raggiungere le Torricelle per avere una vista sulla città e i suoi colli.
Dopo la salita potete godervi la discesa fino alla valle. Qui potete scegliere una delle cantine per brindare al vostro amore con il rosso più famoso della zona: il Valpolicella.
Al ritorno in città passerete davanti all'Arena (un selfie sarà perfetto) e poi potete raggiungere la casa di Giulietta.
Non dovete aver paura di perdervi tra vigne e colline: con la nostra app potrete seguire il percorso, non perdererete nemmeno un minuto, e passerete con la persona che amate di più la vostra ricorreza speciale.
a Verona, al parco dell'Adige sud, a Valpolicella , per Villa Mosconi
Un percorso studiato per toccare uno dei punti più conosciuti del Monferrato: la Torre dei Contini, punto panoramico di estremo fascino.
Concedetevi una visita a questo splendido sito e salite in cima alla torre per godervi una vista a 360 gradi sul paesaggio circostante.
Cosa vedere a Nizza Monferrato
Nizza è il più importante centro agricolo e commerciale che si trova nel cuore del Monferrato, uno dei luoghi italiani di produzione vinicola più noti al mondo, soprattutto per quel che riguarda i vini rossi. Patrimonio dell’umanità UNESCO per i suoi beni paesaggistici e per i vini Barbera e Nizza docg, è il centro più importante della provincia e della Valle Belbo.
A Nizza vale la pena fare due passi per le vie del centro e fermarsi ad ammirare la torre del Campanon, nella piazza del Comune, la più antica torre civica della città, inglobata nel Palazzo Comunale.
Bellissimo il centro storico, ricco di locali e ristoranti tipici dove poter assaggiare le specialità della cucina nicese e piemontese a base di Cardo Gobbo, rinomato prodotto locale.
Non mancherà di certo la possibilità di qualche strepitoso assaggio di vino rosso presso l' Enoteca Regionale di Nizza, situata nei pressi dello splendido Palazzo Crova, mirabile esempio di residenza nobiliare cittadina del XVIII Secolo.
A fine tour i più "temerari" potranno raggiungere la Chiesetta Madonna della Neve, dai più conosciuta come "la Chiesetta del Bricco di Nizza", uno dei punti più alti del comune.
La si raggiunge tramite una salita molto ripida ma la vista sulla città e sui Comuni circostanti vale sicuramente la fatica.
La traccia parte dal punto di ritiro e-bike di Nizza Monferrato e si snoda attraverso un dedalo di stradine secondarie fino ad arrivare nella splendida Frazione Sant’Antonio di Canelli.
Canelli e la Torre dei Contini
La traccia proseguirà dopo aver svoltato in prossimità della chiesetta di Sant’Antonio Abate e vi farà procedere in direzione della torre, percorrendo una strada secondaria. Durante la pedalata scorgerete sempre, in uno dei punti più alti intorno a voi, la cima della torre, la quale vi farà da riferimento durante tutta questa parte di percorso.
In prossimità di un caseggiato viola potrete imboccare la stradina sterrata che, a piedi, vi farà raggiungere questo particolare monumento.
La Torre, risalente al 1617, delimitava i confini del comune e fungeva da vedetta militare.
Da qui, è possibile avere una visuale a 360 gradi del paesaggio circostante, scorgendo il perfetto incontro tra le colline del Monferrato e quelle della Langa astigiana.
Proseguendo il percorso previsto arriverete nel centro di Canelli.
La cittadina di Canelli è un piccolo centro di una decina di migliaia di abitanti che sorge in prossimità del confine più a sud del Monferrato Astigiano, a pochi passi dalla provincia di Cuneo.
Canelli è storicamente divisa in due parti: “Il Borgo” e “Villanuova”. La prima, più a valle, è quella che con il trascorrere delle epoche ha continuato a espandersi mentre la seconda, la Canelli più antica, è adagiata sui pendii della collina ed è tuttora dominata dal suo castello, oggi Castello Gancia. Il Borgo e Villanuova sono collegati da uno degli elementi storici di Canelli: La Sternia.
Nella parte bassa della città, giù nel Borgo, da Piazza Amedeo D’Aosta si può imboccare Via Giovanni Battista Giuliani. Proseguendo su questa strada e svoltando poi in Via Gioacchino Rossini, vi troverete in Piazza San Tommaso. Qui incontrerete la Chiesa di San Tommaso sulla sinistra, da cui prende il nome la piazza, e più a destra la Chiesa dell’Annunziata. Tra i due edifici religiosi inizia la Sternia, una strada pedonale selciata il cui nome attuale è via Villanuova.
La Sternia si inerpica sul colle, attraversa la parte medievale della cittadina, raggiunge Piazza San Leonardo, sede dell’omonima chiesa e di quella di San Rocco (riconoscibile perchè completamente in mattoni). Da qui la strada prosegue in salita fino ad arrivare sulla cima, ai piedi di quello che oggi è Castello Gancia.
Il Castello di Canelli fu protagonista di una storia piuttosto travagliata. Nato presumibilmente all’inizio dell’undicesimo secolo, in origine il Castello di Canelli aveva lo scopo di difendere le strade che da Asti portavano fino a Savona, fondamentali per i traffici mercantili.
Successivamente la fortezza è stata testimone di molte lotte e battaglie che ne hanno causato ripetute distruzioni e ricostruzioni, fino al 1929 quando il Castello venne acquistato dalla famiglia Gancia e trasformato in una grande dimora nobile. Ancora oggi il castello domina la cittadina dall’alto e mostra ai canellesi e ai visitatori il suo bell’aspetto di villa settecentesca.
Come abitazione privata della Famiglia Gancia il castello non è purtroppo visitabile, resta comunque doveroso almeno un passaggio per ammirarlo dall’esterno.
L’Asti Spumante è il simbolo di Canelli e con esso lo sono anche i luoghi dove il vino prende forma. Le Cattedrali Sotterranee si trovano nel Borgo e rappresentano, in un certo senso, la controparte sepolta della cittadina. Queste, sono state riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 2014.
Stiamo parlando di cantine antiche e incredibilmente grandi, dove i pregiati vini della zona vengono portati a riposare e dove sviluppano le loro peculiarità. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli fanno capo a quattro grandi storiche case vinicole: Bosca, Contratto, Gancia e Coppo. Seppur con modalità differenti, tutte le 4 aziende rendono visitabili al pubblico i propri tesori.
Partendo sempre da Piazza Amedeo D’Aosta si imbocca Via Giovanni Battista Giuliani: qui incontrerete le aziende Contratto e Bosca. Proseguendo poi in direzione di Corso Libertà si giunge alla porta della casa vinicola Gancia. La cantina Coppo invece la potete trovare in un’altra zona del Borgo, in via Alba.
Attraversata la zona industriale della città, famosa per le sue grandi aziende di macchinari enologici e per l’imbottigliamento, stradine secondarie vi riporteranno al punto di partenza del giro a Nizza Monferrato.
nel Monferrato, a Nizza Monferrato, a Canelli, a Mombarcaro